Nuova autodichiarazione per la fase 2 e circolare del Ministero dell’Interno

autodichiarazione fase 2Il Ministero dell’Interno ha diramato una circolare esplicativa in cui vengono rese precisazioni:
– sugli spostamenti consentiti, ricordando che, a parte la visita ai congiunti, gli spostamenti sono giustificati solo da esigenze lavorative, da stato di necessità e da ragioni di salute;
– su cosa si intenda col termine “congiunti”;
– sulla possibilità di accedere a parchi, ville e giardini pubblici, senza creare assembramenti;
– sulla attività motoria e sportiva con obbligo di distanziamento ma senza obbligo di prossimità all’abitazione;
– sulle cerimonie funebri;
– sulle attività commerciali al dettaglio (riapertura del commercio di fiori e piante);
– sui servizi di ristorazione, che ora possono svolgere il servizio da asporto e non solo di consegna a domicilio;
– sulle attività produttive e industriali, con possibilità di disporre già all’atto dell’accertamento di eventuali violazioni della normativa anti-contagio, la sospensione provvisoria dell’attività per un periodo non superiore a 5 giorni;
– sull’uso della mascherine e dei mezzi di protezione.
Scarica qui il testo integrale della circolare.
Disponibile anche il nuovo testo dell’autodichiarazione munito dell’opzione relativa alla visita ai congiunti (clicca qui per scaricarlo in formato word).

Il furto di 30 euro non è (per ciò solo) di particolare tenuità

furto di lieve entitàRubare generi alimentari per un valore di circa 30 euro non abilita – per ciò solo – a invocare né l’esimente dello stato di necessità (c.d. furto per fame), né la causa di non punibilità di cui all’art. 131 bis c.p.c. per particolare tenuità del fatto.
Quanto al primo profilo perché, “pur trattandosi di una cifra modesta (Euro 32,77), la causa di giustificazione dello stato di necessità deve essere ricollegabile a un bisogno impellente, e dunque a una sottrazione minimale, esigua, destinata a una immediata soddisfazione dell’esigenza alimentare”.
Quanto al secondo profilo perché ostano alla concessione del beneficio gli eventuali precedenti penali per il medesimo reato e la non occasionalità della condotta.
E’ quanto affermato dalla S.C. di Cassazione, Sezione V penale, sentenza del 3.4.2020 n. 11289 (clicca qui per il testo integrale).

Coltivazione di piante e sostanze stupefacenti

cannabis coltivazione domesticaLe Sezioni Unite penali della S.C. di Cassazione si sono pronunciate con sentenza n. 12348 del 16 aprile 2020 (ud. 19.12.2019) se, ai fini della configurabilità del reato di coltivazione di piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, sia sufficiente che la pianta, conforme al tipo botanico previsto, sia idonea, per grado di maturazione, a produrre sostanza per il consumo, non rilevando la qualità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza, ovvero se sia necessario verificare anche che l’attività sia concretamente idonea a ledere la salute pubblica ed a favorire la circolazione della droga alimentandone il mercato.
In particolare è stato statuito che il reato di coltivazione di stupefacenti è configurabile “indipendentemente dalla quantità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza”, essendo sufficienti la conformità della pianta al tipo botanico previsto e la sua attitudine, anche per le modalità di coltivazione, a giungere a maturazione e a produrre sostanza stupefacente; devono però ritenersi “escluse, in quanto non riconducibili all’ambito di applicazione della norma penale, le attività di coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica”, che per le rudimentali tecniche utilizzate, lo scarso numero di piante, il modestissimo quantitativo di prodotto ricavabile, la mancanza di ulteriori indici di un loro inserimento nell’ambito del mercato degli stupefacenti, appaiono destinate in via esclusiva all’uso personale del coltivatore.
Clicca qui per leggere la sentenza integrale.

Cura Italia è legge. Decisa l’autodichiarazione di fase 2

cura italiaIl decreto “Cura Italia” n. 18/2020 è stato convertito in legge con modificazioni.
L’autodichiarazione della c.d. fase 2, utilizzabile dal 4 maggio, non prevede di barrare l’opzione della visita ai congiunti. Occorrerà specificare tale finalità di spostamento nel campo “a questo riguardo dichiara che…”.
Scarica qui:
– la legge di conversione 27 del 24.4.2020 in Gazzetta Ufficiale 110 del 29.4.2020;
– il testo coordinato del decreto convertito;
– il testo dell’autodichiarazione.

Applicazione tracciamento anti-contagio e rinvio della riforma intercettazioni

Nella giornata di ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato un Decreto Legge con cui all’art. 6 ha introdotto l’istituzione di “una piattaforma per il tracciamento dei contatti stretti tra i soggetti che installino, su base volontaria, un’apposita applicazione per dispositivi di telefonia mobile” che sia “complementare rispetto alle ordinarie modalità già in uso da parte del Servizio sanitario nazionale”.
E’ stato stabilito che il Ministero adotterà misure tecniche e organizzative idonee a garantire un livello di sicurezza adeguato ai rischi elevati per i diritti e le libertà degli interessati, sentito il Garante per la protezione dei dati personali, assicurando, in particolare:
–  l’adozione di misure di sicurezza in tema di dati personali;
–  l’obbligo di preventiva informativa chiara e trasparente;
–  l’utilizzo dei dati per la sola finalità di evitare contatti con utenti positivi e assicurare assistenza sanitaria;
– l’anonimizzazione e pseudonimizzazione dei dati, con esclusione della geo-localizzazione dei singoli utenti;
– la riservatezza, l’integrità, la disponibilità e la resilienza dei sistemi e dei servizi di trattamento nonché misure adeguate ad evitare il rischio di reidentificazione degli interessati cui si riferiscono i dati pseudonimizzati oggetto di trattamento;
– conservazione per la sola durata stabilita dal Ministero della salute, con cancellazione automatica alla scadenza;
– divieto di utilizzo per finalità diverse, salvo l’utilizzo in forma aggregata e anonima;
– garanzia dei diritti fondamentali dei soggetti interessati in caso di mancato utilizzo dell’applicazione;
– la realizzazione della piattaforma con infrastrutture sul territorio nazionale e gestione da parte di enti pubblici o a partecipazione pubblica;
– l’interruzione dell’utilizzo della piattaforma e di ogni trattamento dei dati alla cessazione dello stato di emergenza e comunque non oltre il 31 dicembre 2020, con cancellazione o anonimizzazione dei dati a tale data.
Il medesimo Decreto ha anche, tra l’altro, stabilito che la nuova normativa in materia di intercettazioni si applicherà ai procedimenti penali iscritti successivamente al 31 agosto 2020, anziché, come attualmente previsto, a quelli iscritti dopo il 30 aprile 2020.
Scarica qui il comunicato stampa del Governo e il testo del decreto.