E’ inammissibile la proposta di concordato preventivo in continuità che preveda il pagamento dei creditori ipotecari solo dopo un periodo di tempo irragionevole (6 anni) e non già subito dopo la vendita degli immobili gravati dalle ipoteche, in quanto tale proposta risulta incompatibile con il sistema dei privilegi, per violazione della clausola di salvaguardia dettata dall’art. 186 bis, secondo comma, lettera c) L..F..
Infatti, “in materia di concordato preventivo, la regola generale è quella del pagamento non dilazionato dei creditori privilegiati, sicché l’adempimento con una tempistica superiore a quella imposta dai tempi tecnici della procedura (e della liquidazione, in caso di concordato cosiddetto “liquidativo”) equivale a soddisfazione non integrale degli stessi in ragione della perdita economica conseguente al ritardo, rispetto ai tempi “normali”, con il quale i creditori conseguono la disponibilità delle somme ad essi spettanti”.
Lo ha dichiarato la S.C. di Cassazione, Sez. VI civile, del 4 febbraio 2020, n. 2422 (scarica qui il testo integrale).