La Regione Liguria ha redatto una utilissima check list di autocontrollo ai fini della tutela dei lavoratori sui luoghi di lavoro.
Il documento – certamente utile su tutto il territorio nazionale in vista della c.d. fase 2 – è stato redatto con l’obiettivo di fornire informazioni e stimolare l’autovalutazione del Datore di Lavoro nel rispetto delle specifiche caratteristiche dell’attività svolta, tenuto conto del Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del 14 Marzo 2020, sottoscritto su invito del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro dell’Economia, del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, del Ministro dello Sviluppo Economico e del Ministro della Salute, che hanno promosso l’incontro tra le parti sociali, in attuazione della misura, contenuta nell’art. 1 c. 1 n. 9 del D.P.C.M. 11.03.2020. Lo stesso è perciò riferibile ad attività produttive e attività professionali.
Scarica qui:
– la check list di autocontrollo;
– le norme, circolari e ordinanze pubblicate sul sito del Ministero della Salute;
– il Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro del 14 Marzo 2020.
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Vigilanza del proprietario della strada sui terreni dei privati
L’ente proprietario di una strada aperta al pubblico transito, benché non abbia la custodia dei fondi privati che la fiancheggiano e, quindi, non sia tenuto alla loro manutenzione, ha l’obbligo di vigilare affinché dagli stessi non sorgano situazioni di pericolo per gli utenti della strada, nonché – ove, invece, esse si verifichino – quello di attivarsi per rimuoverle o farle rimuovere, sicché è in colpa, ai sensi del combinato disposto dell’art. 1176 c.c., comma 2 e art. 2043 c.c., qualora, pur potendosi avvedere con l’ordinaria diligenza della situazione di pericolo, non l’abbia innanzitutto segnalata ai proprietari del fondo, né abbia adottato altri provvedimenti cautelativi, ivi compresa la chiusura della strada alla circolazione.
Infatti, in tema di circolazione stradale è dovere primario dell’ente proprietario della strada (e dell’Anas, in relazione alle strade e autostrade che le sono affidate e in relazione alle quali esercita i diritti e i poteri attribuiti all’ente proprietario) garantirne la sicurezza mediante l’adozione delle opere e dei provvedimenti necessari. Ne consegue che sussiste la responsabilità di detto ente in relazione agli eventi lesivi occorsi ai fruitori del tratto stradale da controllare, anche nei casi in cui l’evento lesivo trova origine nella cattiva o omessa manutenzione dei terreni laterali alla strada, ancorché appartenenti a privati, atteso che è comunque obbligo dell’ente verificare che lo stato dei luoghi consenta la circolazione dei veicoli e dei pedoni in totale sicurezza.
Questo è quanto ha stabilito la Corte di Cassazione, sez. III civile, con l’ordinanza 9 marzo 2020, n. 6651 (scarica l’ordinanza integrale).
Modello organizzativo 231/2001 e DVR
La sezione IV penale della S.C. di Cassazione con sentenza n. 3731/2020 (scarica il testo integrale) ha affermato che, con riferimento all’adozione dei modello organizzativo 231/2001, non è sufficiente addurre, ai fini di una mitigazione o esenzione della responsabilità della società, in tema del rispetto delle norme a tutela dei lavoratori, l’efficacia di un documento di valutazione dei rischi (c.d. DVR) in quanto “è cosa diversa dal richiamato modello organizzativo”.
La S.C., pertanto conclude affermando che, dimostrando l’esistenza di un DVR ma non avendo documentato l’adozione di un modello organizzativo ai sensi del D.Lgs. 231/2001, non è possibile invocare l’efficacia esimente della responsabilità “amministrativa” delle persone giuridiche.
Covid-19 e protezione dei dati
Il Garante per la protezione dei dati personali in questo periodo di emergenza epidemiologica ha intensificato l’adozione di provvedimenti, comunicati e audizioni.
E’ innegabile infatti che la problematica del Coronavirus coinvolga particolari categorie di dati (i c.d. dati sensibili) e in particolar modo i dati relativi alla salute.
Accanto alla necessità di tutela di questi dati vi è anche la necessità di protezione dei cittadini.
Spesso questi due diritti incontrano momenti di frizione, con conseguente necessità di contemperare le due esigenze.
Sul sito del Garante sono stati pubblicati, in maniera organizzata:
– provvedimenti, comunicati, audizioni, interventi, interviste e altri documenti;
– le principali disposizioni adottate in relazione allo stato di emergenza epidemiologica da Covid-19 aventi implicazioni in materia di protezione dei dati personali.
Tra questi anche la lettera del garante al Ministro della Giustizia sul processo penale da remoto.
Le pagine sono in costante aggiornamento.
Clicca sopra per accedere direttamente al sito del garante e visionare il materiale.
Patto fiduciario su immobili: non occorre la forma scritta
Le Sezioni Unite della Corte di Cassazione con sentenza 6 marzo 2020, n. 6459 hanno affermato che il patto fiduciario è da considerarsi analogo all’istituto del mandato senza rappresentanza e pertanto non è necessaria la forma scritta a fini di validità, nemmeno quando abbia ad oggetto un bene immobile.
Pertanto, una volta provato in giudizio, il patto fiduciario relativo a un acquisto di un bene immobile effettuato dal fiduciario per conto del fiduciante, giustifica l’accoglimento della domanda di esecuzione specifica dell’obbligo di ritrasferimento del bene.
L’obbligo di ritrasferimento dell’immobile discende infatti direttamente dal patto, anche verbale, e l’eventuale dichiarazione scritta del fiduciario che riconosce l’intestazione dell’immobile e promette di ritrasferirlo al fiduciante è da considerare come semplice promessa di pagamento, che conferma l’esistenza del preesistente rapporto di fiducia.
Come tale, la promessa ha l’effetto di invertire l’onere probatorio e di esentare il fiduciante a dare prova del rapporto, ormai presunto fino a prova contraria.
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